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Giovedì, 03 Ottobre 2019 09:44

La spiritualità

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Siccome la fonte e l’origine di tutto l’apostolato della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente che la fecondità dell’apostolato dei laici dipende dalla loro unione vitale con Cristo, secondo il detto del Signore: “Chi rimane in me ed io il lui, questi produce molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv.15,5).

Questa vita d’intimità con Cristo viene alimentata nella Chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva alla sacra liturgia.(…) in modo che, mentre compiono con rettitudine i doveri del mondo nelle condizioni ordinarie di vita, non separino dalla propria vita l’unione con Cristo, ma crescano sempre più in essa compiendo la propria attività secondo il volere divino.

Su questa strada occorre che i laici progrediscano nella santità con ardore e gioia, cercando di superare le difficoltà con prudenza e pazienza. Né la cura della famiglia né gli altri impegni secolari devono essere estranei alla spiritualità della loro vita, secondo il detto dell’Apostolo: «Tutto quello che fate, in parole e in opere, fatelo nel nome del Signore Gesù rendendo grazie a Dio e Padre per mezzo di lui» (Col 3.17). Tale vita richiede un continuo esercizio di fede, speranza e carità.

Solo alla luce della fede e nella meditazione della parola di Dio è possibile, sempre e dovunque, riconoscere Dio nel quale “viviamo, ci moviamo e siamo” (At 17,28), cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere il Cristo in ogni uomo, vicino o estraneo, giudicare rettamente del vero senso e valore che le cose temporali hanno in se stesse e in ordine al fine dell’uomo.

Quanti hanno tale fede vivono nella speranza della rivelazione dei figli di Dio, nel ricordo della croce e della risurrezione del Signore.

Nel pellegrinaggio della vita presente, nascosti con Cristo in Dio e liberi dalla schiavitù delle ricchezze, mentre mirano ai beni eterni, con animo generoso si dedicano totalmente ad estendere il regno di Dio e ad animare e perfezionare con lo spirito cristiano l’ordine delle realtà temporali. Nelle avversità della vita trovano la forza nella speranza, pensando che “le sofferenze del tempo presente non reggono il confronto con la gloria futura che si rivela in noi” (Rm 8,18 ).

Spinti dalla carità che viene da Dio, operano il bene verso tutti e in modo speciale verso i fratelli nella fede (cfr Gal 6,10) “eliminando ogni malizia e ogni inganno, le ipocrisie e le invidie, e tutte le maldicenze” (1 Pt 2,1), attraendo così gli uomini a Cristo.

La carità di Dio “diffusa nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5 ) rende capace i laici di esprimere realmente nella loro vita lo spirito delle Beatitudini. Seguendo Gesù povero non si deprimono nella mancanza dei beni temporali, né si inorgogliscono nell’abbondanza di essi; imitando Gesù umile non diventano avidi di una gloria vana ( crf. Gal 5,26 ), ma cercano di piacere più a Dio che agli uomini, sempre pronti di lasciare tutto per Cristo ( cfr. Lc 14,26 ) e a soffrire persecuzione per la giustizia ( cfr. Mt 5,10), memori della parola del Signore: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” ( Mt 16,24 ). Coltivando  l’amicizia cristiana tra loro si offrono vicendevolmente aiuto in qualsiasi necessità.

Inoltre, quei laici che, che seguendo la propria particolare vocazione, sono iscritti a qualche associazione o istituto approvato dalla Chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la spiritualità peculiare dei medesimi” (Dal decreto sull’apostolato dei laici di Paolo VI ).

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